DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

17 Dicembre 2014

Tutela di fauna selvatica ed ecosistemi agroforestali, firmato accordo in Toscana

Tra Corpo Forestale dello Stato e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Toscana e del Lazio

AGIPRESS – FIRENZE- Un protocollo d’intesa che sancisce la collaborazione fra il comando regionale del Corpo Forestale dello Stato e l’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Toscana e del Lazio in tema di tutela della fauna selvatica e degli ecosistemi agroforestali. E’ stato firmato oggi a Firenze dal comandante regionale del Corpo Forestale, Giuseppe Vadalà e il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Remo Rosati alla presenza dell’assessore all’agricoltura e foreste della Regione Toscana, Gianni Salvadori. “La Toscana – ha detto Salvadori – ha molto bisogno di accordi come questo, che contribuiscono a risolvere problemi complessi, come lo sono quello degli ungulati, che in Toscana sono un esercito di 400 mila capi, e dei predatori, fra i quali ci sono i lupi che sono tutelati, ma ci sono anche gli ibridi, che non possono essere accettati e sui quali si deve intervenire con azioni concordate. Per risolvere i problemi e tutelare la natura, perchè di questo si tratta, occorre collaborazione e la Regione su questo è sempre disponibile, perchè crediamo che questa sia la strada per ottenere il meglio per la Toscana”. In precedenza il comandante Vadalà e il direttore dell’Istituto Zooprofilattico avevano illustrato il protocollo anche con esempi concreti. “Se l’attività venatoria – aveva spiegato Vadalà – è consentita dalla legge, non cosଠil bracconaggio, che è un reato e va perseguito. L’istituto Zooprofilattico mette a disposizione le sue competenze e la sua grande esperienza per la formazione del nostro personale e questo sarà molto utile per rendere più incisiva la nostra azione”. Il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico ha spiegato, tra l’altro, che proprio a Grosseto l’istituto ha un Centro nazionale per la medicina forense in campo veterinario. “Oggi – ha detto illustrando con qualche esempio l’attività del Centro – si riesce, attraverso la genetica forense, a stabilire con certezza se un attacco predatorio è stato effettuato da lupi oppure da ibridi. Sono tecniche analoghe a quelle che usa il Ris di Parma, e che noi mettiamo a disposizione. In generale – ha concluso – forniamo supporto per smascherare e prevenire qualsivoglia crimine che venga perpetrato nei confronti degli animali domestici e selvatici e siamo al servizio della collettività “.

Agipress

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