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26 Luglio 2013

Ricongiungere mente e cuore con la musica per sviluppare il genio creativo

di Vincenzo Cassano, Epoch Times

Al giorno d’oggi cuore e cervello sono considerati nemici, ma un tempo erano alleati. Quest’alleanza si può ristabilire con un mediatore molto particolare: la musica. La pensa cosଠGiorgio Fabbri, pianista, organista, cembalista, direttore di conservatori per 13 anni ed esperto di varie tecniche psico-energetiche come la Programmazione neuro-linguistica (Pnl) e Psych-Plus.

L’unione tra il suo essere musicista e gestire un conservatorio gli ha fatto comprendere che l’attività organizzativa può trarre giovamento dalla «forma mentis del musicista». Cosଠnasce il metodo Sound Genius, al servizio di aziende, manager, musicisti e persone qualunque.

Il metodo Sound Genius ha lo scopo di sviluppare il genio di una persona attraverso l’ascolto e l’analisi delle opere dei grandi musicisti e in base al principio di «attivare le parti più belle della mente», appartenenti sia alla sfera dell’intelletto e della logica che a quella del sentimento e della creatività . La musica, per Fabbri, coinvolge entrambe queste parti e fa risaltare il meglio di ognuna, mentre nella vita professionale «si tende a settorializzare le due intelligenze», ad usarne solo una.

Fabbri, che è anche esperto di neuroscienze e insegna Neurologia all’Università di Ferrara, spiega come negli ultimi anni si sia scoperto che il cuore ha una rete neuronale collegata al cervello. Si dovrebbe recuperare la centralità del cuore, piuttosto che focalizzarsi unicamente sul cervello, sostiene il musicista.

Imparare dalla musica

Per far scaturire il genio delle persone, Fabbri utilizza come modello quattro musicisti, simbolo di quattro capacità fondamentali nella gestione aziendale e nella vita delle persone. Bach utilizza solitamente un solo motivo, un solo tema musicale all’interno delle sue composizioni, che viene mostrato all’inizio e ricorre in tutta la composizione. Bach è un ottimo esempio dell’avere chiaro un obiettivo e rimanere concentrati su di esso.

Mozart, al contrario, sviluppa spesso vari motivi all’interno di una sola composizione. Nella Piccola serenata notturna “ spiega il musicista “ in un minuto mostra ben 15 motivi diversi. Questo esplica come, pur mantenendo la concentrazione sull’obiettivo, bisogna cercare di ampliare i propri orizzonti. Da Brahms, che si mantiene su un modello di motivo ma lo trasforma poi in tanti modi diversi, si impara a «rincorniciare in positivo i fallimenti, ad armonizzare i conflitti, a trasformare gli insuccessi in opportunità ».

Infine il jazzista Charlie Parker insegna una caratteristica che per Fabbri è «fondamentale» nella conduzione aziendale, cioè la capacità di improvvisazione.

Ma come fa una persona, che magari di musica non se ne intende, ad interiorizzare queste caratteristiche e applicarle nella vita di ogni giorno? Qui entrano in gioco le varie tecniche olistiche di cui Fabbri è esperto, di rafforzamento della memoria, riequilibrio energetico e atte a fissare nella mente obiettivi e strategie di comportamento. Queste tecniche funzionano da «traduttori», da punto di congiunzione tra la musica e la realtà pratica dell’attività aziendale o della vita.

“La musica “ dice Fabbri “ è l’intelligenza più bella che ci possa essere». Citando Platone, Fabbri sostiene che «la musica non deve mirare [solo] al divertimento», ma soprattutto a formare le persone. Tuttavia in Italia la musica viene insegnata solo nelle scuole medie, ma secondo Fabbri è troppo tardi. Andrebbe insegnata alle elementari e anche nelle scuole materne, come si fa in altri Paesi. (fonte Epoch Times)

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