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13 Maggio 2013

POLITICA “ Realacci: “Governo Letta inevitabile, ho votato Epifani, ma quanti pasticci nel partito. Occupy Pd, dove erano al tempo delle primarie?”

Il deputato Pd, presidente della Commissione ambiente e territorio della Camera dei Deputati, a ruota libera sull’attualità politica: “Noi non riusciamo a parlare a troppa parte del Paese; i disoccupati, gli operai non ci votano più”

AGIPRESS – Firenze – “Non si poteva fare se non quello che si è fatto. Tornare al voto dopo l’esito delle elezioni di febbraio sarebbe stato un errore. Certo, se mi si chiede se avessi voluto fare un governo con Berlusconi rispondo ovviamente di no, tanto più da ambientalista”. Sono state queste le prime parole di Ermete Realacci, deputato Pd e Presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, nel corso della conferenza stampa svoltasi stamani nella sede di Uncem Toscana, in occasione della presentazione del libro di Oreste Giurlani, “La montagna ci insegna”. Detto dell’inevitabilità del Governo Letta, Realacci non ha mancato di evidenziare i “vari pasticci commessi dal Pd”, prima e dopo il voto: “Abbiamo praticamente perso le elezioni mentre sei mesi fa avevamo, stando ai sondaggi, il triplo dei voti del Pdl. Tanti nel mio partito si lamentavano delle ˜correnti’, ora in molti dalle correnti sono stati beneficiati. E ai giovani di ˜occupy Pd’, che hanno ovviamente tutto il diritto di lamentarsi e protestare, dico però: ma dove eravate ai tempi delle primarie? Certo non con chi rivendicava discontinuità e rinnovamento”. Insomma, ha aggiunto Realacci, “noi non riusciamo a parlare a troppa parte del Paese; i disoccupati, gli operai non ci votano più, hanno votato Grillo e Pdl. Noi stiamo ancora perdendo tempo a fare sedute spiritiche sulle tradizioni, sugli ex Pci, ex Dc ecc, su come mettere insieme queste esperienze”. Realacci ha poi confermato di aver votato Epifani alla segreteria e quanto alla vicenda dei processi di Berlusconi e alle sue ripercussioni sul governo si è limitato a dire: “Questo è un governo fra avversari. Dico che serve almeno un tasso di decenza e del comune senso del pudore”.

Agipress

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