DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

19 Dicembre 2013

COMUNI E LEGGE STABILITA’ – “Serve decreto correttivo o interruzione rapporti istituzionali”

Attacco di Fassino al Governo: “Sulla Iuc si configura una secca e inaccettabile riduzione di risorse ai Comuni per circa un miliardo e mezzo di euro. Questa legge è un atto che disconosce il nostro ruolo garantito dalla Costituzione”

AGIPRESS – ROMA – “Un sussulto di consapevolezza e responsabilità per cambiare una legge di stabilità che sulla Iuc configura una secca e inaccettabile riduzione di risorse ai Comuni per circa un miliardo e mezzo di euro”. E’ quanto chiede Anci al Governo affinchè vari nel Consiglio dei ministri del 27 dicembre un decreto correttivo. “Se cosଠnon fosse si aprirà un esplicita fase di conflittualità che parte oggi con la non partecipazione Anci alla Conferenza Unificata”. Queste le dure parole con le quali il presidente dell’Anci, Piero Fassino, ha illustrato alla stampa le decisioni prese dai sindaci, alla luce della legge di stabilità che sta uscendo dall’esame della Camera.

Fassino ha inoltre annunciato che oggi stesso scriverà al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere un incontro, nel quale porterà “in modo autorevole e formale il profondo disagio di tutti i sindaci italiani”. Un secondo incontro “urgente” verrà chiesto al presidente del Consiglio Letta per esortare il primo ministro ad “adottare, entro fine anno, un provvedimento che consenta di assicurare ai Comuni le risorse necessarie per garantire i servizi ai cittadini”.

Oltre a sospendere la partecipazione alle sedi di concertazione, Fassino ha annunciato che il 29 gennaio 2014 i sindaci si ritroveranno a Roma “per una assemblea straordinaria nella quale valuteranno ulteriori forme di mobilitazione qualora le richieste dei sindaci fossero disattese”.

“Fino ad ora – ha ricordato Fassino – abbiamo avuto un atteggiamento responsabile e costruttivo. Ci siamo sforzati di fare proposte e presentare emendamenti. Tuttavia ci siamo trovati sempre di fronte alla sordità di governo e Parlamento”. Sui rapporti con Parlamento Fassino ha anche invitato i senatori a rivedere la parte della mini-Imu, in questi giorni all’esame di Palazzo Madama. Se non modificata, la norma andrebbe a gravare per il 40 per cento delle maggiori aliquote sulle tasche dei cittadini. “Si tratta di circa 350 milioni di euro – ha sottolineato il sindaco di Torino -, i gruppi senatoriali valutino un decreto correttivo per evitare di scaricare maggiorni oneri sui cittadini”. L’ultimo attacco è ancora per il governo. “Se i sindaci fossero oggi in Parlamento – ha chiosato Fassino – non voterebbero la fiducia perché questa legge di stabilità è un atto che disconosce il nostro ruolo garantito dalla Costituzione”.

Agipress

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