DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

9 Maggio 2018

SALUTE – Infarto miocardio acuto prima causa di morte, convegno a Massa

Sabato 12 maggio nella sala convegni dell’ospedale del Cuore “G. Pasquinucci”.

AGIPRESS – MASSA – “L’infarto miocardico acuto – STEMI nel 2018” questo il titolo dell’atteso corso convegno a carattere interregionale organizzato dalla Fondazione Toscana “Gabriele Monasterio” per la Ricerca Medica e di Sanità Pubblica e CNR d’intesa con il 118 di Massa-Carrara, che si terrà per l’intera giornata di sabato 12 maggio (inizio ore 9) nella sala convegni dell’ospedale del Cuore “G. Pasquinucci” via Aurelia Sud a Massa. L’evento sarà aperto dal dott. Luciano Ciucci Direttore della Fondazione “Monasterio” e dalla dott.ssa Maria Teresa De Lauretis Direttore Generale Asl Nord Ovest. I lavori diretti dal dott. Sergio Berti – Direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia Diagnostica ed Interventistica Ospedale del Cuore della stessa Fondazione “G. Monasterio” , vedranno la presenza di illustri relatori ed esperti del settore. Responsabile scientifica dei lavori la dottoressa Maria Laura Valcelli Referente Formazione Personale 118 Polo Nord AUSL Toscana Nord Ovest. Interverrà anche il Dott. Alberto Ranieri De Caterina “ dell’Unità operativa di Cardiologia Diagnostica Interventistica Ospedale del Cuore “ Fondazione “G. Monasterio” . “La nostra rete dello STEMI a Massa – spiega il dottor Sergio Berti – è stata una delle prime in assoluto nel nostro paese. La rete ha iniziato a muovere i primi passi nei primi mesi dell’anno 2000 tra mille difficoltà . Dal 2006 abbiamo iniziato raccogliere tutte le informazioni che potevano aiutarci a migliorare l’efficienza della nostra rete, tempi di percorrenze delle ambulanze, tempo nel quale il team di sale era in grado di eseguire l’intervento di angioplastica etc. Questo grande patrimonio culturale di dati ci ha consentito di migliorare progressivamente l’efficienza della rete facendo registrare una costante e progressiva riduzione dei tempi che intercorrono tra il momento in cui viene fatta la diagnosi e il momento in cui viene riaperta la coronaria. Negli ultimi due anni la nostra rete, che comprende i territori della Lunigiana, dei territori di costa di Massa e Carrara e quello della Versilia, si è confermata come prima in Italia per numero di infarti STEMI trattati all’anno (dati sicieta italiana di cardiologia interventistica 2016 e 2017), con un numero di casi costantemente sopra 400, più di uno al giorno. Tutto questo perché l’infarto miocardico acuto STEMI continua a rappresentare una delle più importanti sfide della cardiologia moderna. Nell’arco di pochi minuti si decide il destino di un paziente. Se non trattato in tempo l’infarto può portare all’arresto cardiaco o, in caso di sopravvivenza, a danni irreversibili al muscolo cardiaco, tali di influenzare la prognosi e la qualità della vita a medio e lungo termine. Come riportato dalle più recenti linee guida della società di cardiologia europea nell’anno passato, sebbene la sua incidenza sia leggermente ma progressivamente in calo, tuttora ci dobbiamo aspettare un numero di STEMI all’anno compreso tra i 40 e i 70 casi su 100000 abitanti. 30 anni di continue innovazioni hanno portato ad una imponente riduzione della mortalità dello STEMI, sia a livello intraospedaliero, che si attesta tra il 4 e il 12% (a seconda dei centri e delle caratteristiche cliniche di presentazione) sia ad un anno, in media del 10%. Le tappe di questo successo sono state tre. Dapprima negli anni 80′, l’utilizzo dell’aspirina e la trombolisi, da sole capaci di ridurre del 25% la mortalità di un paziente con STEMI, irruppero come protagoniste nella terapia immediata dello STEMI. Poi negli anni 90′ la dimostrazione che la riapertura mediante angioplastica del vaso colpevole dell’infarto riduceva la mortalità rispetto alla terapia trombolitica. E infine, dall’inizio del nuovo millennio, la diffusione a macchia d’olio delle delle reti dell’infarto, imponenti sistemi organizzativi coinvolgenti il servizio 118, i reparti di Pronto Soccorso, le UTIC e le sale di Emodinamica 24/24 – 7//7. E’ proprio questa ultima tappa che sta alla base di un’adeguata gestione dello STEMI, dalla pronta diagnosi in ambulanza all’immediato trasporto in sala di Emodinamica.”

Agipress

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