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28 Dicembre 2022

La musica segreta di Napoli

Pochi sanno che a cavallo degli anni ’70-’80 arrivò un’ondata di funk nuovo e visionario.

AGIPRESS – Napoli e musica. Due parole che richiamano alla mente nomi come Pino Daniele, James Senese, la canzone tradizionale partenopea, la neomelodica, il più recente Liberato con le sue sonorità itpop, sino al rap di Clementino e Luchè. Quello che pochi sanno è che a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta in città arrivò un’ondata di funk, disco internazionale, un sound nuovo e visionario, ma strettamente legato al dialetto partenopeo. Era troppo lontana stilisticamente per gli autoctoni di quel periodo e troppo legata alla tradizione napoletana per essere avvicinata con facilità da orecchie straniere. Un sound che è rimasto incastonato in pochi vinili abbandonati nei mercatini e mai masterizzato. Per anni un intero genere musicale è rimasto nascosto al pubblico, sepolto da muffa e cianfrusaglie. Fino ad oggi. “Napoli segreta”‘ è un progetto firmato Early Sounds e NG Records che raccoglie perle nascoste della discografia napoletana funk e disco. Da un’idea dei dj e collezionisti partenopei Lorenzo Sannino (in arte: Famiglia discocristiana) e Gianpaolo Della Noce (in arte: DNApoli), “Napoli segreta” è diventato un progetto culturale di respiro nazionale che ad oggi viaggia per tutta Italia permettendo di riscoprire una curiosa parentesi della storia della canzone partenopea.

«A livello musicale, all’epoca a Napoli c’era un mix di suoni afro, funk, fusion, progressive e disco, figlio della presenza degli americani in città , dove c’era una delle più grandi base NATO del Mediterraneo. Al porto era pieno di night club e ci piace immaginare che siano stati i laboratori di tutto ciò» spiega Della Noce. «Si formò un microcosmo di artisti che stampavano dischi solo per il pubblico napoletano e, al massimo, siciliano. Ma non esisteva una vera scena, gli artisti non si conoscevano neanche fra loro. Le case discografiche commissionavano ad arrangiatori (quasi sempre gli stessi) dei brani da creare per i cantanti, che accorrevano in massa negli studi per registrare le proprie voci. Poi, i singoli venivano dati alle radio senza neanche essere messi in vendita». Tra avanguardia e retroguardia “Napoli segreta” è un progetto in continua espansione, che ci auguriamo conquisti presto anche i lidi internazionali. AGIPRESS

di Laura Bacchiega

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