DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

9 Febbraio 2024

I primi 70 anni della televisione

AGIPRESS – Il 2024 è quello dei settant’anni della televisione. Gennaio è stato il mese del compleanno, anche se le celebrazioni avranno luogo per molto tempo. La sensazione, per la nostra vecchia, cara Tv, è quella di una profezia destinata a non avverarsi. Magari annacquando la portata dello strumento, ma non certo a farlo sparire. La ricorrenza della Tv, se da una parte segna un compleanno epocale, dall’altra lasciano spazio a chi profetizza la fine di un mezzo che ha caratterizzato la storia del nostro Paese. Certo, di tempo ne è passato dal 3 gennaio 1954, giorno in cui nelle case degli italiani irrompe Rai 1. La data storica è quella. Non certo il 7 settembre 1927, quando a San Francisco nacque il piccolo schermo. Quello che interessa ricordare oggi non è tanto la tecnologia, quanto il cambio culturale e generazionale che ha segnato epoche ben definite nel nostro Paese. Da Canzonissima a Rischiatutto, dalla Carrà a Mike Bongiorno. Roba che ha fatto la storia. Fino a rendere quasi immortali, nell’immaginario collettivo, quei personaggi. Chi, al momento della scomparsa di uno solo di questi monumenti, non si è sentito un po’ più vecchio. Quasi meravigliandosi all’idea che, si, in fondo anche loro ad un certo punto se ne vanno. Se non è storia questa. Chi non si è sentito dire da piccolo “si guarda il Carosello e poi a letto!”. Con qualche deroga, benintesi, ma solo per il Festival di Sanremo. Questo significa essere parte della cultura di un Paese. Quando le trasmissioni ne segnano i tempi, lo scorrere delle serate, arrivando finanche a dettarne le tempistiche. Ecco, in questo senso celebrare il compleanno della televisione non può e non deve essere solo una sorta di elenco della spesa con tappe, date, programmi, tecnologie e quant’altro. Piuttosto, può rappresentare occasione di presa di coscienza: se da una parte la televisione non morirà mai, dall’altra questo mezzo non rappresenterà più l’elemento in grado di scandire la vita di milioni di famiglie. Di radunarle intorno al piccolo schermo, a quell’ora, precisa per vedere una trasmissione o una partita. Quello mezzo di socializzazione ormai è sparito. Oggi la televisione non è nè più nè meno che un device. Uno strumento, sul quale scegliere quando e cosa guardare. Certo, l’on demand è comodo. Consente di vedere quello che si vuole quando e dove si vuole. Ma – innegabilmente – ha cancellato poesia, fascino, romanticismo. Quel bianco e nero di un tempo, oggi, manca del tutto. Così come mancano quei personaggi che hanno segnato epoche. Oggi – è innegabile – nessuno dei volti televisivi attuali passerà alla storia. Non è solo un problema di televisione. Siamo pervasi di film, libri, musica e quant’altro che dura il tempo di una fatua notorietà. Forse è anche per questo che programmi come quello delle Teche Rai continuano a raccogliere consensi. Ogni sera, dopo il Tg, è possibile fare una passeggiata nel tempo, alla ricerca del volto o della trasmissione perduta. Nostalgia? No. Forse solo un sentimentale gancio con il passato, che permette di rivedere cose che nemmeno ti eri accorto di aver perso per sempre. Sacrificate sull’altare del progresso. Celebrare oggi il compleanno della Tv significa riportare l’attenzione su quello che il nostro Paese era e non è più. Con una certezza dal vago sapore agrodolce: cara, vecchia televisione, di certo non sparirai mai. Ma devi rassegnarti: ormai non sei più sola.

di Leonardo Bartoletti

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