DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

1 Ottobre 2014

Diventare genitori oggi, verso il superamento della famiglia tradizionale

La ricerca Censis evidenzia anche quanto la crisi scoraggia la decisione di avere un figlio

AGIPRESS – ROMA – Si va verso il superamento della famiglia tradizionale, sono ormai tanti gli italiani che ammettono la possibilità di avere figli anche al di fuori della coppia eterosessuale tradizionale. Per il 46% è legittimo per i single, per il 29% è giusto anche per le coppie omosessuali. In questo giudizio la fede religiosa ha un’influenza limitata: è d’accordo il 43% dei cattolici praticanti nel primo caso e il 23% nel secondo. Sono risultati della ricerca «Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità /infertilità in Italia», che è stata presentata oggi a Roma da Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e Ketty Vaccaro, Responsabile del settore Welfare e sanità del Censis, e discussa, tra gli altri, da Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Teresa Petrangolini, Consigliere della Commissione Sanità della Regione Lazio, e Giuseppe De Rita, Presidente del Censis.

La ricerca evidenzia anche che la crisi scoraggia la decisione di avere un figlio. Nel 2013 in Italia si è registrata una riduzione delle nascite del 3,7% rispetto all’anno precedente, con un calo del tasso di natalità da 9 a 8,5 nati per mille abitanti. Dall’inizio della crisi a oggi sono più di 62.000 i nati in meno all’anno. Siamo passati dai 576.659 bambini del 2008 ai 514.308 del 2013: mai cosଠpochi nella storia d’Italia (le serie storiche ufficiali partono dal 1862), nonostante l’aumento nel tempo della popolazione, i progressi della medicina e il contributo degli immigrati residenti. Tra gli italiani c’è una diffusa consapevolezza in merito al problema di denatalità che affligge il Paese. L’88% sa che oggi si fanno pochi figli. Il fenomeno viene spiegato soprattutto ricorrendo a motivi economici. Per l’83% la crisi rende più difficile la scelta di avere un figlio. E la percentuale supera il 90% tra i giovani fino a 34 anni, cioè le persone che subiscono maggiormente l’impatto della crisi e allo stesso tempo sono maggiormente coinvolte nella decisione della procreazione.

Agipress

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