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17 Aprile 2014

CONCORDIA – Realacci: “Avviare filiera italiana eco-smantellamento navi”

Portare a compimento rimozione relitto garantendo massima sicurezza per l’ambiente e utilizzare questa occasione per avviare una filiera per lo smantellamento e il recupero delle grandi navi, partendo dalla demolizione della Concordia in un porto italiano

AGIPRESS – FIRENZE – “Nella tragedia della Costa Concordia e nelle azioni che ne sono seguite sono emerse due Italie. Una sbruffona, inaffidabile, irresponsabile simboleggiata dal comandante Schettino e un’altra rappresentata dall’impegno solidale nei soccorsi dei cittadini del Giglio e dopo dall’eccellente azione di messa in sicurezza del relitto. E’ quanto afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando l’audizione informale del Prefetto Gabrielli oggi in Commissione Ambiente e la completezza della relazione del Prefetto stesso sull’avanzamento dei lavori di rimozione e smantellamento del relitto della Costa Concordia.

“In questa operazione difficile – aggiunge Realacci – e per certi aspetti mai tentata, sotto la regia della Protezione Civile, abbiamo dato prova di efficienza e le imprese italiane hanno mostrato il meglio delle loro capacità tecnologiche. Un successo questo che, dopo la tragedia, ha contribuito a riscattare, almeno in parte, il Paese e a restituire onore all’Italia. Positiva poi la conferma che tutti i costi legati alle operazioni di recupero e rimozione del Concordia, attestatisi ad oggi sulla cifra di 1,100 miliardi di dollari, siano a carico della Costa. Importante, inoltre, che sia operativo un monitoraggio ambientale continuo realizzato con il coinvolgimento del Dipartimento di Biologia Ambientale de l’Università La Sapienza, dell’Ispra e dell’Arpa Toscana, che ha dato risultati confortanti. Si tratta ora di portare a compimento questa difficile opera garantendo la massima sicurezza per l’ambiente e utilizzando questa occasione per avviare una filiera per lo smantellamento e il recupero delle grandi navi, partendo appunto dalla demolizione della Concordia in un porto italiano. Saremmo tra i primi in Europa ad attrezzarci per questo, anticipando le normative europee che presto porranno fine allo scandalo di viaggi verso siti, soprattutto in Asia meridionale, dove lo smantellamento avviene senza garanzie né per l’ambiente, né per la sicurezza dei lavoratori. E’ un’occasione che l’Italia non può perdere”.

Agipress

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