DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

13 Gennaio 2015

Apicoltura in difficoltà , poca produzione e costi elevati. Il XXXI congresso nazionale

In programma a Bergamo dal 20 al 25 gennaio

AGIPRESS – FIRENZE – Dal 20 al 25 gennaio 2015, presso l’Hotel Antico Borgo la Muratella di Cologno al Serio (BG), la Regione Lombardia ospita il XXXI Congresso dell’apicoltura professionale. L’appuntamento di quest’anno – si legge in una nota degli organizzatori – cade in un momento molto delicato per un’apicoltura italiana proveniente da 3 anni di raccolti molto deludenti che hanno portato ad un notevole aumento del prezzo del miele. Ai frequenti spopolamenti di alveari, causati dall’affermarsi di un modello agricolo che tende a privilegiare le monocolture intensive e l’abuso di pesticidi, con conseguente mancato reddito e morte delle colonie, si aggiunge infatti l’allarme per l’ingresso nel Paese dell’ennesimo parassita alieno. Dopo il ritrovamento avvenuto all’inizio di settembre 2014 del coleottero parassita Aethina tumida in alveari posti nelle vicinanze del Porto di Gioia Tauro e della presa di coscienza da parte degli apicoltori che, nonostante il tentativo immediato di eradicazione messo in atto, l’insetto minaccia di diffondersi in tutta Italia, l’apicoltura si trova a dover rivoluzionare nuovamente tecniche di allevamento e produzione del miele in laboratorio quasi come ai tempi dell’insediamento della Varroa negli anni ’80. Inoltre, la linea di condotta del Ministero della Salute nel gestire l’emergenza Aethina, che non tiene conto di conoscenze scientifiche ed esperienza di campo (per informazioni dettagliate visitare il sito www.mieliditalia.it), rischia di aggravare la situazione in atto, mettendo in ginocchio le aziende colpite direttamente e indirettamente dal parassita.

L’APICOLTURA IN ITALIA – Anche se le stime degli esperti di settore sono significativamente superiori, secondo la Commissione Europea, l’Italia grazie al lavoro di 75.000 apicoltori che allevano 1,1 milioni di alveari e raccolgono 9.400 tonnellate all’anno, si pone al decimo posto in Europa per produzione di miele. Il giro di affari si attesta intorno ai 70 milioni a fronte di un servizio di impollinazione reso all’agricoltura per un valore stimato che va da 3,5 a 3 miliardi di euro. L’Italia del miele vanta comunque un record imbattibile: 51 varietà censite dal ministero dell’Agricoltura, contro le 10, massimo 15 degli altri Paesi, di cui circa 30 monoflora.

2014 ANNO NERO PER LA PRODUZIONE – Il 2014 si presenta come il peggior anno nella storia dell’apicoltura per diversi fattori ed in particolare per le avversità di carattere meteorologico. Una o più produzioni funestate sono ricorrenti ma non un andamento complessivo con tali e tante negatività in Italia, come in Europa e anche a livello globale. Purtroppo la situazione si ripropone a seguito di annate nel complesso poco soddisfacenti. Si prospetta una produzione nazionale complessiva ridotta del 50% rispetto al produzione nazionale media. La Robinia pseudoacacia, con cui si produce il miele più richiesto dal mercato, ha fatto registrare raccolti pessimi, salvo alcune eccezioni. Le medie sono inferiori rispetto all’anno precedente, già altamente insufficienti; per cui il 2014 rappresenta il terzo anno negativo consecutivo. Scarica sotto il programma del XXXI Congresso Nazionale.

Agipress

PROGRAMMA XXXI CONGRESSO NAZIONALE APICOLTURA – BERGAMO

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