DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

1 Luglio 2013

AMBIENTE – Il Lupo appenninico e la rete Life Wolfnet

Nel Parco Nazionale delle Foreste casentinesi vivono circa 40 esemplari di lupo suddivisi in 5-7 branchi distribuiti su tutto il territorio. Nonostante casi di bracconaggio, il nucleo sembra mantenersi stabile ormai da diversi anni

AGIPRESS – AREZZO Il Parco Nazionale delle Foreste casentinesi insieme a Legambiente, i Parchi nazionali della Majella e del Pollino, la provincia dell’Aquila e l’Istituto Zooprofilattico di Lazio e Toscana, sta portando avanti con successo il progetto Life Wolfnet, finanziato dall’Unione Europea.

E’ nata cosଠuna vera e propria rete locale sul tema della conservazione e valorizzazione di questo importante predatore e delle attività umane che si svolgono nel territorio. Si è infatti istituito un tavolo tecnico dove saranno affrontati i dettagli delle singole problematiche ed opportunità , per giungere nei prossimi mesi all’attivazione di iniziative concrete e a proposte nei confronti dei soggetti decisori, anche per modificare normative laddove necessarie. Il fine è quello di individuare strategie condivise e mirate a risolvere le problematiche e valorizzare le potenzialità legate alla presenza di questo carnivoro, che può entrare in conflitto con le attività zootecniche, ma anche fungere da grande attrattiva naturalistica per lo sviluppo di attività turistiche ad esso collegate. Con i gestori delle strutture ricettive e con le guide ambientali si è avviato cosଠun percorso per l’ideazione di attività sostenibili da effettuare in sinergia col Parco, e che siano in grado di attrarre un turismo ancora più qualificato e specifico.

Nei vari interventi si è sottolineata la necessità di unire le forze per salvaguardare l’enorme patrimonio che costituiscono da un lato i prodotti delle attività umane legate alla zootecnia, dall’altro il buono stato di salute della popolazione di lupi, indice di biodiversità e qualità ambientale; maggiore attenzione è stata chiesta per la situazione di quegli operatori che lavorano al di fuori del confine dell’area protetta, affinché non ci sia una disparità di trattamento per quanto riguarda gli indennizzi nei casi di predazione, in particolare sono stati mostrati al pubblico il comportamento e gli spostamenti dei due esemplari di lupo radiocollarati in questi ultimi due anni dall’ente Parco. L’incontro, aperto al pubblico, ha visto la partecipazione delle tre amministrazioni provinciali di competenza, delle associazioni di categoria degli allevatori, di molti operatori turistici, di alcuni sindaci e del Corpo Forestale dello Stato. In questa direzione è andato anche l’incontro, svoltosi qualche giorno fa a Pratovecchio provincia di Arezzo, in collaborazione con Legambiente, mirato alla costituzione di un Forum permanente tra operatori ed enti competenti sul tema dell’interazione tra il lupo e le attività antropiche legate al territorio.

Cerchiamo di definire il fenomeno lupo e attività antropiche in numeri, il tutto tratto dal sito ufficiale del progetto Life Wolfnet. Nel 1996 erano 23 le domande per risarcimento al patrimonio zootecnico con 16.037,14 euro fino ad arrivare al 2012 con una sola domanda e 130 euro di risarcimento. Dal 1996 al 2012 sono stati risarciti oltre 80 mila euro per danni al patrimonio zootecnico con 154 domande in totale.

La popolazione di lupo del parco delle casentinesi è stata stimata in circa 40 esemplari suddivisi in 5-7 branchi distribuiti su tutto il territorio. nonostante casi di bracconaggio, il nucleo sembra mantenersi stabile ormai da diversi anni, come rilevato dall’attività di monitoraggio svolta dal Corpo Forestale delle Stato coordinato dall’Ente Parco e dall’ISPRA mediante genetica non invasiva e wolf-howling. La disponibilità più che abbondante di ungulati di sicuro uno dei fattori che favoriscono la presenza della specie, insieme alla vastissima copertura forestale. A differenza di quanto avviene in altre parti dell’Appennino i danni alle attività zootecniche sono davvero esigui.

Agipress

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