DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

28 Aprile 2023

Le storie dal Pronto Soccorso n.7 – di Stefano Grifoni

Le storie dal Pronto Soccorso n.7 – di Stefano Grifoni

Gli amanti.

 

AGIPRESS – Fosca arrivò in pronto soccorso accompagnata dai carabinieri. Aveva gli abiti strappati e le gambe segnate da varie contusioni. Si lamentava anche di un forte dolore al torace a destra. Era una bella donna di mezza età con occhi verdi scintillanti e capelli neri. Una delle sue scarpe aveva perduto il tacco e l’altra era addirittura rotta e questo gli impediva di camminare regolarmente. Al dottore di turno si presentò uno dei carabinieri e lo avvertଠche la signora era caduta, forse inciampando mentre si trovava per strada. Fosca che ascoltava disse: “Sono caduta in un fosso laterale alla strada mentre correvo impaurita”.

Fosca cominciò ad avvertire un forte dolore alla spalla destra. Le gambe erano tutte graffiate e le calze rotte in vari punti. “Buonasera signora, come ha fatto a cadere? “chiese il dottore. “Le ho già detto che mi è successo mentre correvo” “Mi scusi, lei la notte corre per strada?” chiese sorridendo il medico. “Come mai è caduta, si è sentita male? È inciampata? Qualcuno l’ha spinta ? Fosca lo guardò e gli disse ” Caro Dottore la vita è strana e imprevedibile” “Che significa? chiese il medico “La vita talvolta ti prepara delle sorprese che non avresti mai immaginato “. “Signora, ancora non riesco a capire ma se vuole può raccontarmi la sua esperienza, la ascolto “. “Stanotte ero in compagnia di una persona che conoscevo da molto tempo. Abbiamo prima cenato insieme e poi deciso di andare nel solito albergo in campagna dove siamo stati altre volte. Ci andavamo spesso io e Antonio. Purtroppo è successo che¦”

Fosca scoppiò in un pianto dirotto, non riusciva più a parlare. Poi ad un tratto si calmò e continuò il suo racconto. “Dopo aver fatto l’amore ci siamo un momento addormentati” disse Fosca. Quando mi sono risvegliata ho dato un bacio ad Antonio. Era freddo e tutto scuro in volto e non mi rispondeva. Ho provato a risvegliarlo ma niente. L’ho chiamato a voce alta scuotendolo. Poi ho capito che era morto. “Morto?” disse il dottore. “Non ha provato a fare le manovre di rianimazione? Il massaggio cardiaco esterno? Forse lo poteva salvare”. “Non so fare queste cose e per questo ho chiamato l’albergatore dicendo di venire subito in camera perché c’era un signore che stava male. Lui è salito e insieme abbiamo provato a rianimare Antonio, ma inutilmente. Quando sono arrivati i soccorritori ci hanno confermato che era davvero deceduto e che non c’era più niente da fare.

“Mi dispiace, signora, per la morte di suo marito e se ho capito bene lei è caduta scendendo le scale dell’albergo”. “No dottore i miei problemi sono stati altri. Antonio non era mio marito, da anni eravamo amanti. Eravamo tutti e due sposati quando ci siamo incontrati. Abitavamo nello stesso palazzo con gli appartamenti sullo stesso pianerottolo l’uno di fronte all’altro. Un abbraccio, un bacio e poi ci siamo ritrovati a letto insieme. Eravamo davvero innamorati o almeno cosଠsembrava a me. Le cose con mio marito non andavano bene da tanto tempo. Spero che lei mi possa comprendere”. “Scusi Fosca ma non capisco come ha fatto a ridursi cosà¬. Devo farle la radiografia della spalla e medicare le gambe, poi se vuole mi racconterà cosa le è realmente successo “. Fosca iniziò di nuovo a parlare con voce bassa: “Quando sono arrivati i carabinieri hanno fatto l’identificazione del morto e poi capendo la situazione hanno avvertito Anna la moglie di Antonio che si trovava a casa.”

Anna sapeva che il marito era al circolo a giocare a carte e quindi rimase sorpresa quando le dissero di venire all’Hotel La torre perché Antonio stava male. Era disperata dopo la telefonata dei carabinieri e non sapeva come raggiungerlo, poi si decise e suonò il campanello del vicino di casa. Pietro, in pigiama e con il volto segnato dal sonno, le aprଠla porta: “Mi scusi se la disturbo a quest’ora di notte, ma mio marito sta male e non so come fare perché la macchina stasera l’ha presa lui e io sono rimasta senza” disse Anna. “Non si preoccupi, signora, l’accompagno io” le rispose Piero. Arrivarono all’hotel mentre Fosca stava ancora parlando con i carabinieri che le chiedevano spiegazioni. “Quando mi sono girata verso l’auto che era arrivata da poco ho riconosciuto mio marito con accanto la signora Anna. Lui appena sceso dalla macchina mi ha immediatamente riconosciuto”. “Che situazione¦ e lei Fosca che ha fatto?” chiese il medico.” L’istinto è stato quello di fuggire e nel buio della notte sono caduta in un fosso dove mio marito dopo avermi raggiunto, mi ha aggredita con qualche schiaffo e con brutte parole. Le grida sono state avvertite dalla moglie di Antonio, Anna, che si è resa conto di tutto.” La situazione si è complicata. Immagino¦” disse il dottore. “La signora è andata nella stanza dove si trovava il marito morto e si è avventata sulla salma colpendola con i pugni e offendendo anche me. Era una furia. Nessun rispetto per la morte non crede dottore?”. “Sotto certi punti di vista sଠcerto¦ ora vediamo di far stare bene lei dopo quello che le è accaduto”. “Ho perso il mio amore e questo è il solo grande dolore che non potrà curare dottore, forse lo farà il tempo¦” disse Fosca. AGIPRESS

di STEFANO GRIFONI direttore Pronto Soccorso AOU Careggi

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