DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

26 Ottobre 2023

Il caro spesa fa diminuire lo spreco alimentare


AGIPRESS – Più si spende meno si spreca. È questa l’equazione che emerge dall’indagine svolta da Waste Watcher, International Observatory on Food&Sustainability e promossa dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il monitoraggio Ipsos, in 8 Paesi del mondo: Italia, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito, Stati Uniti, Olanda e Azerbaijan. In tutte quante le aree geografiche esaminate, infatti, lo spreco alimentare, che sinora aveva sempre fatto registrare il segno +, si è invece ridotto, con un record negli Usa, paese generalmente molto poco attento alla faccenda, dove il food waste è sceso del 35%, attestandosi su 859,4 grammi settimanali di spreco alimentare pro capite, ovvero “ 479 grammi rispetto al 2022. Il trend, meno evidente, è però lo stesso anche negli altri Paesi: in Europa sono Spagna e Francia le più virtuose, rispettivamente, con 446 e 459 grammi di spreco settimanale pro capite in meno. Bene anche la Germania con il suo “ 379,5 e, seppur più contenuto, il dato emerge anche in Gran Bretagna che si assesta su un “ 94 grammi di cibo sprecato rispetto alla rilevazione 2022.

Anche l’Italia è in discesa con circa 25 punti percentuali di riduzione del food waste, equivalenti a -125,9 grammi settimanali di cibo sprecato pro capite rispetto alla rilevazione 2022. Stando ai dati, però, a decidere l’inversione di rotta, non ci sarebbero motivazioni particolarmente virtuose ma una serie di fattori, tutti legati tra loro, che hanno convinto i consumatori a fare più attenzione, ovvero l’aumento dei prezzi al dettaglio che, sommato all’erosione dei redditi a causa dell’inflazione, ha determinato una diminuzione dei consumi e, di conseguenza, anche degli sprechi. Secondo un altro recente studio condotto dal Centro studi Divulga, intitolato ˜Spreco e fame’, infatti, nella sola Unione Europea, il fenomeno degli sprechi alimentari è ancora fin troppo diffuso e costa in denaro una cifra annua pari a circa 148,7 miliardi di euro, di cui oltre 33,7 miliardi derivano dal settore della produzione agroalimentare e 88,5 miliardi dai consumi delle famiglie. In questa poco edificante classifica l’Italia è terza con 8,65 milioni di tonnellate gettate o sprecate ogni anno, preceduta da Germania, con 10,9 milioni di tonnellate, e Francia, con 9 milioni di tonnellate. Un po’ meglio solo Spagna (4,26 milioni di tonnellate) e Polonia (4 milioni di tonnellate).

Una curiosità infine circa l’alimento in assoluto più sprecato del Pianeta, ovvero la frutta fresca: se in Spagna raggiunge la percentuale del 40%, non va meglio in Italia (33%), Stati Uniti (32%) e Germania (30%). Solo in Azerbaijan a battere la frutta fresca è lo spreco di cibi pronti. Insomma, per quanto gli sprechi alimentari possano essere effettivamente diminuiti, siamo ancora ben lontani dall’auspicata svolta culturale che, seguendo le regole una corretta educazione alimentare, ci porti a limitare e a selezionare i nostri acquisti evitando il danno e il dispendio degli sprechi. AGIPRESS

Maria Carla Ottaiano – Stradenuove

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