DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

10 Ottobre 2018

Giornata nazionale Psicologia, a Firenze focus sulla fertilità : natalità a picco e problemi per una coppia su 4

Si è spostata in avanti l’età in cui si diventa madri: a 24 anni nel 1970, a 30 anni nel 2017.

AGIPRESS – FIRENZE – Ascoltare e ascoltarsi, la persona al centro della propria vita, questo lo slogan che a livello nazionale la comunità professionale degli Psicologi ha dedicato alla Giornata Nazionale della Psicologia 2018 celebrata oggi 10 ottobre con al centro dell’attenzione, appunto, il tema dell’ascolto. Tema sviscerato anche a Firenze nel corso del convegno sulla PMA dal titolo “Verso nuove vite. Lo psicologo nei percorsi di preservazione della fertilità e procreazione medicalmente assistita” organizzato dall’Ordine degli psicologi della Toscana. Nel corso dell’evento è stata presentata l’attività della rete PMA – Procreazione medicalmente assistita, una rete toscana interamente pubblica, che ha centri di expertise per l’infertilità maschile o centri di PMA di I, II, III livello. Tre i centri pubblici per l’oncofertilità : alla AOU Careggi, la AOU Pisana e la AUSL Sud est con il suo centro a Cortona (Ar) ed ambulatori a Siena, Grosseto. Nell’ambito della rete sono tra 1500 e 1800 le coppie incontrate dagli operatori della PMA: di queste 600 vengono prese in carico, per il 65% si tratta di coppie provenienti da fuori Toscana, soprattutto Umbria, Lazio, Marche. «Sempre più coppie “ ha sottolineato Lauro Mengheri, presidente Ordine degli Psicologi della Toscana – si trovano oggi a dover affrontare il problema dell’infertilità , che può avere cause ed origini diverse. In Toscana esiste una rete regionale per la prevenzione, la diagnosi e la cura dell’infertilità , che offre anche tecniche di procreazione medicalmente assistita, quando non siano possibili altre terapie. Un centro multidisciplinare in cui lo psicologo ricopre un ruolo delicato ma fondamentale di assistenza e sostegno alle coppie e di facilitatore tra le varie figure della rete». «La situazione toscana è difficile “ ha spiegato Luca Mencaglia, direttore della Rete PMA, Ospedale Santa Margherita di Cortona “, dobbiamo fare una azione di educazione delle giovani donne (la prima visita al centro avviene a 39 anni di età ) ma anche dei maschi per poter arrivare direttamente alla popolazione e dargli i percorsi quando hanno dei problemi legati alla fertilità ». «L’infertilità è una condizione psicologicamente difficile “ ha concluso Alessandro Bichi, psicologo Azienda USL Toscana Sudest “ che provoca una forte crisi di identità nel percorso di vita e nella dinamica della qualità di vita di coppia. Quindi lo psicologo è colui che si deve occupare e sostenere questa coppia all’arrivo del percorso di procreazione medicalmente assistita e nell’eventuale esito positivo o negativo di questo percorso». La necessità di affrontare la PMA con un approccio multidisciplinare (anche quando si parla di PMA in oncologia), come ha spiegato la Maria Teresa Mechi Responsabile del Settore Qualità dei servizi e reti cliniche della Regione Toscana, è fondamentale per favorire la messa in rete di competenze e una sempre maggiore equità di accesso, per garantire la stessa possibilità di partecipazione ai trattamenti per i pazienti che ne rispettano i requisiti clinici. In quest’ottica, supporto, orientamento e corretta informazione sia interna agli operatori che rivolta all’utente, sono i cardini di una delibera regionale approvata di recente (spiegata da Francesca Grandi psicologa del Centro di Ascolto Regionale) che istituisce una Rete regionale di ascolto pensata per ridurre le distanze tra cittadini e sistema sociosanitario regionale e contribuire ad azioni mirate di prevenzione e promozione della salute, anche in ambito di PMA.

DATI FERTILITA’ IN TOSCANA – Una coppia su quattro in Toscana ha problemi di fertilità . E si è spostata in avanti l’età in cui si diventa madri: a 24 anni nel 1970, a 30 anni nel 2017. Con un tasso pari ad 1,3 figli per donna, inferiore al ˜livello di sostituzione’ fissato a 2,1 figli. Una media, tra le più basse a livello italiano, che porterà nel 2050 ad una popolazione toscana inattiva pari all’84% dei cittadini. E neanche l’immigrazione sembra poter invertire questo trend: se infatti gli immigrati arrivano in Toscana con un tasso di natalità superiore alla media, in 2-3 anni dal loro arrivo, si attestano sulle medie regionali, dal momento che la natalità non sembra dipendere da motivi di etnia o religione, ma dalle condizioni socio-economiche in cui ci si trova a vivere.

Agipress

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