DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

28 Novembre 2013

GIORNATA MONDIALE DELL’EPATITE “ In Toscana aumentano i tassi di guarigione

L’Italia il Paese europeo con il maggior numero di persone positive. I portatori cronici del virus sono circa 1,6 milioni. Oltre 20.000 persone muoiono ogni anno per malattie croniche del fegato

AGIPRESS “ FIRENZE “ La Toscana è al top dell’eccellenza nella gestione dell’Epatite C: nei Centri specialistici della regione il tasso di guarigione dal virus di tipo 1 è salito al 70%. E’ questo il dato più significativo che emerge in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale dell’Epatite virale, che si celebra il 29 novembre. L’Italia è il Paese europeo con il maggior numero di persone positive al virus dell’Epatite C, un’infiammazione del fegato causata da un virus denominato hepacavirus (Hcv) che, attraverso l’attivazione del sistema immunitario, provoca la necrosi epatica: i portatori cronici del virus sono circa 1,6 milioni. La patologia risulta causa unica o concausa dei danni epatici nel 65% dei casi e oltre 20.000 persone muoiono ogni anno per malattie croniche del fegato (due persone ogni ora). La triplice terapia utilizzata presso le strutture specialistiche toscane rappresenta oggi il fronte più avanzato nella lotta all’Epatite C cronica di tipo 1: alla terapia standard (Soc) è aggiunto l’inibitore della proteasi boceprevir, un potente agente antivirale. Studi clinici hanno dimostrato come le nuove terapie abbiano portato i tassi di risposta fino al 70%.

Iniziare subito a curare l’epatite con i farmaci di ultima generazione è la chiave per arrivare alla guarigione, superando i timori connessi agli effetti collaterali: «Nel nostro Centro “ sottolinea la professoressa Anna Linda Zignego, Direttore del Centro Manifestazioni Sistemiche da Virus Epatitici (MASVE) dell’Università degli Studi di Firenze “ abbiamo accumulato un’esperienza su oltre 80 pazienti, per cui posso senz’altro osservare che spesso l’informazione sugli effetti collaterali risulta esagerata nei suoi connotati. Ritengo che tale tipo di trattamento sia da considerare sicuro, come e più di ogni trattamento di rilievo, quando il paziente sia ben inquadrato, sia effettuata la scelta del farmaco più adatto nella situazione particolare, e soprattutto, il paziente sia seguito con costanza e regolarità ».

Agipress

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