DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

25 Ottobre 2013

ALLUVIONI, IN TOSCANA 5OO MILIONI DI DANNI IN DUE ANNI – Nasce l’ufficio Arno e fiumi toscani al Provveditorato Opere Pubbliche

L’obiettivo: accelerare le opere di difesa del territorio. D’Angelis: “Dallo Stato riconosciuti solo 150 milioni di euro e arrivati 50”. Checcucci: “L’Arno continua ad essere la seconda emergenza nazionale dopo il Vesuvio”

AGIPRESS “ FIRENZE – Sono oltre 500 milioni di euro i danni causati dalla alluvioni degli ultimi due anni in Toscana, di questi lo Stato ne ha riconosciuti 150 e versati solo 50. E’ il dato emerso stamattina (venerdଠ25 ottobre) nel corso dell’incontro a Firenze, convocato dal sottosegretario alle infrastrutture e trasporti Erasmo D’Angelis al quale ha partecipato, fra gli altri Gaia Checcucci, segretario dell’Autorità di bacino dell’Arno. “Le risorse arrivate dallo Stato per la Toscana “ ha spiegato D’Angelis “ non bastano ed è ora di invertire la tendenza puntando sulla prevenzione e sulla sicurezza e non sugli interventi in emergenza. Dei 900 milioni stimati come fabbisogno nazionale per il dissesto idrogeologico dal Ministero dell’Ambiente, nelle bozze della Legge di Stabilità ne troviamo solo 30 per la difesa del suolo, praticamente niente. Abbiamo già chiesto di arrivare ad almeno 500 milioni, come sottolineato dalla Commissione Ambiente della Camera all’unanimità , prevedendo di investire queste somme in modo continuativo nei prossimi 10 anni. La realtà è da emergenza nazionale. Come dimostrano i dati sui danni degli ultimi anni le alluvioni sono ormai eventi sempre più frequenti, c’è bisogno di accelerare sulle opere di difesa dei nostri fiumi, per questo attraverso il Provveditorato alle Opere Pubbliche, mettiamo a disposizione degli enti locali supporti tecnici, uffici”.

“Resta ancora molto da fare per il bacino dell’Arno “ afferma Gaia Checcucci – lo stato dell’arte è migliorato ma non mi considero soddisfatta se penso che ci sono a disposizione 104 mln di euro del famoso accordo del 2005 per la messa in sicurezza di tutto il corso del fiume. E si tratta delle priorità rispetto al complesso degli interventi contenuti nella pianificazione del piano rischio idraulico del 1999. Rispetto a 104 milioni, solo il 50 % è stato utilizzato perché mancano ancora alcune progettazioni definitive e soprattutto siamo indietro con la realizzazione delle opere, dovendo recuperare un ritardo storico e superare complessità e burocrazia che tutt’ora rallentano la realizzazione di queste opere”.

Agipress

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