DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

27 Aprile 2013

28 APRILE: GIORNATA MONDIALE PER LA SALUTE E LA SICUREZZA SUL LAVORO

I dati delle morti sul lavoro degli ultimi tre anni sono purtroppo ancora tragici.

AGIPRESS – Il 28 Aprile è diventato da anni un giorno importante che unisce i lavoratori di tutto il pianeta. Dagli Stati Uniti all’Africa, dall’Europa all’Asia, tutti celebreranno la Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro.

I dati delle morti sul lavoro, secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering, dicono che negli ultimi tre anni – dal 2010 al 2012 – sono state 1588 le vittime del lavoro; in un dramma che va da Nord a Sud del Paese. Per la precisione sono state 509 le vittime del lavoro nel 2012, 553 nel 2011 e 526 nel 2010. Nell’ultimo anno il decremento è stato pari all’8 per cento. Ma si tratta di una flessione apparente che deve necessariamente fare i conti con la diminuzione dell’occupazione e con l’incremento della cassa integrazione. Intanto i settori maggiormente colpiti e le cause che conducono al decesso i lavoratori sono sempre tragicamente le stesse: agricoltura e costruzioni in primo piano. Caduta dall’alto e ribaltamento di un veicolo o mezzo in movimento le situazioni più rischiose.

In tre anni nel settore agricolo hanno perso la vita 580 lavoratori pari al 36,5 per cento del totale (179 nel 2012, 219 nel 2011, 182 nel 2010). Mentre in edilizia la diminuzione costante dei casi di morte “ dai 148 del 2010 ai 122 del 2011 ai 120 del 2012 – non può che far pensare alla crisi del settore: meno cantieri aperti, quindi anche meno vittime.

Risultato: in tre anni il 24,6 per cento delle morti sul lavoro è stato registrato proprio in edilizia. E la medesima considerazione può essere fatta nell’andamento del numero di decessi per caduta dall’alto rilevati soprattutto nelle costruzioni. Erano 146 nel 2010, sono passati a 135 nel 2011 per arrivare a 125 nel 2012. Nel triennio è deceduto per caduta dall’alto il 25,6 per cento dei lavoratori. I dati rimangono comunque inquietanti nonostante le riduzioni in termini numerici e sconfortano ancor più perché nelle nostre elaborazioni, in base alle informazioni disponibili, il lavoratore non aveva indossato dispositivi di protezione individuale adeguati.

Numericamente il maggior numero di vittime dal 2010 al 2012 viene registrato in Lombardia (215 morti bianche), seguita dall’Emilia Romagna (144) e dal Veneto (142). Mentre sul fronte provinciale la maglia nera per numero di decessi spetta a Brescia con 54 incidenti mortali, seguita da Roma (46), Bolzano (44), Torino (35) e Milano (33). Le province con l’indice di mortalità più alto rispetto alla popolazione lavorativa sono: Benevento, che fornisce il dato più sconfortante (81,4); Belluno (75,7); Nuoro (69,7); Chieti (69,5) e Bolzano (61).

Agipress

Rapporto morti bianche 2010-2012

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