Il commento di MARCELLO MANCINI
C’è un film di un anno fa, che ha avuto grande successo (<Conclave>) e che, c’è da giurarci, riprenderà a circolare, gettonassimo, nei prossimi giorni. Il Conclave, quello vero, ha sempre avuto un fascino straordinario, certamente dovuto alla segretezza nel quale si svolge. Nulla si sa, o si dovrebbe sapere, su quanto succede nel mondo dei cardinali elettori nei giorni precedenti alla fumata bianca. E nulla dovrebbe trapelare dopo l’elezione: il numero dei voti di ciascun candidato e le alleanza fra le varie correnti che si sono formate all’interno delle stanze vaticane. La griglia dei papabili già era affollata prima che Papa Francesco tornasse alla casa del Padre. Tanto è vero che lo stesso Bergoglio, più volte ci ha scherzato sopra. Ad ora c’è almeno una dozzina di cardinali di cui i giornali parlano e su cui i commentatori dissertano, come se si trattasse dell’elezione di un presidente della Repubblica o di un candidato alla Casa Bianca. Ma bisogna tener conto che i sistemi vaticani sono assai meno scontati e a volte seguono percorsi ben diversi da quelli della politica. Perciò è sempre più vero il motivo che <chi entra Papa in Conclave, poi esce cardinale>.
Quindi, se i parametri sono imprevedibili, è imprevedibile anche il risultato.
Tuttavia, con semplici ragionamenti, si può immaginare almeno chi sono porporati che si giocheranno il soglio di Pietro. A questo proposito, la domanda che più appassiona è se, dopo 47 anni, il papa tornerà ad essere italiano. L’ultimo è stato Albino Luciani, Giovanni Paolo I, nel 1978.
Nel 2013, quando venne eletto Bergoglio, si dava già per scontata l’elezione di Angelo Scola, che era super favorito, tanto che all’uscita delle fumata bianca dal camino della Sistina si sparse la voce che fosse proprio lui il successore di Ratzinger. Più che una voce: alcuni media ne dettero notizia, anticipando l’annuncio . E facendo una pessima figura, perché le cose andarono diversamente.
Anche questa volta il gruppo italiano, oltre ad essere il più numeroso (19) in Conclave, è anche piuttosto accreditato. E’ fin troppo facile pronosticare due autorevoli esponenti che sono stati vicinissimi a Bergoglio, e che dunque garantirebbero la continuità. Se la continuità, beninteso, prevarrà come elemento condiviso. Si tratta di Pietro Parolin, che è il Segretario di Stato, e di Matteo Zuppi, che è il capo dei vescovi, presidente della Conferenza episcopale italiana, e arcivescovo di Bologna. Hanno tutti e due l’età giusta, 70 e 69 anni, per poter garantire un regno lungo, quindi solido, ma non lunghissimo. Il riferimento all’età è importante, perché il favorito principale sarebbe Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme, cardinale da appena due anni, che ha solo 60 anni, dunque si profilerebbe un lungo pontificato, e chi lo eleggerà sa che difficilmente potrà partecipare a un altro Conclave. Pizzaballa è un francescano, vive in Terrasanta dal 1990 ed ha grandi doti di mediazione. Sarebbe un segnale forte e di vicinanza ai problemi del Medio Oriente, data la capacità dimostrata di dialogare sia con i palestinesi che con gli israeliani. In questo momento di guerra, potrebbe essere una chiave per tentare di cambiare lo scenario e provare a indirizzarlo verso una prospettiva di pace. Pizzaballa potrebbe svolgere un ruolo simile a quello che Papa Wojtyla svolse nel 1978, e che contribuì alla demolizione dell’impero comunista sovietico, attraverso le armi pacifiche della sua Polonia. Fantasia? Può essere, però è uno strumento che avrebbe le sue ragioni.
Fra gli altri nomi di papabili, uno dei più suggestivi, è quello di Luis Tagle, filippino con mamma di origini cinesi, sostenuto dal gruppo di asiatici insieme al coreano Lazzaro You Heung-sik. Oltre ovviamente alla pattuglia americana, che tuttavia va legata agli orientamenti che assumerà il nuovo Conclave: se dovesse prevalere l’ala conservatrice, gli statunitensi avrebbero buon gioco. Ed è una possibilità molto accreditata, come dimostrerebbe l’improvviso interesse di Donald Trump, che non a caso sarà presente ai funerali di Francesco, con il quale non aveva certo avuto rapporti tali da sentire la necessità di manifestare il suo pubblico e sentito cordoglio.