Il commento di Marcello Mancini
Non sempre cambiare, magari fra gli applausi, è un passo avanti. Il cosiddetto progresso può anche essere una marcia indietro in un ipotetico e auspicato percorso di crescita. Penso al voto di condotta nelle scuole, <depenalizzato> con brindisi dal ministro dell’Istruzione Fedeli nel governo Gentiloni; e penso all’abolizione del servizio obbligatorio di leva, nel 2005 con il secondo governo Berlusconi. Tutto molto bello, così bello che ora si conviene che sarebbe meglio tornare indietro: forse abbiamo sbagliato. Anzi: nel caso del voto in condotta, oltretutto determinante per una bocciatura, abbiamo già fatto una retromarcia con una riforma che è legge: basterà il 5 per essere respinti, mentre con il 6 si sarà rimandati. Ovviamente il provvedimento non trova tutti d’accordo, (destra a favore, una parte della sinistra contraria) ma la severità ritrovata dovrebbe servire da deterrente per quegli studenti che a scuola pensano di fare i loro comodi e soprattutto di aggredire, nel vero senso della parole, insegnanti e compagni senza scontare almeno (dipende dalla gravità del gesto) una pena scolastica. Leggi tutto qui.