Le due associazioni denunciano il mancato saldo dei servizi che le imprese private hanno svolto nei mesi di settembre, ottobre e novembre
AGIPRESS – FIRENZE – Un appello urgente alla Regione Toscana affinché prenda in mano la situazione e riconosca quanto dovuto alle aziende che svolgono i servizi aggiuntivi al trasporto pubblico locale. È questa la richiesta che CNA Fita Toscana e Confartigianato Autobus Operator, rivolgono all’Assessore regionale ai Trasporti, Stefano Baccelli, invitando la Regione ad intervenire in favore delle circa 150 imprese che si sono presentate alla manifestazione di interesse per l’implementazione del TPL, in vista della riapertura delle scuole. Queste aziende, infatti, aspettano ancora il pagamento di una parte del servizio svolto nei mesi di settembre, ottobre e novembre, oltre a quello di gennaio. Si parla di una somma complessiva superiore a 482mila euro, dei quali 205.523 euro per il periodo settembre – novembre 2020. “Si tratta di cifre importanti, soprattutto per queste imprese che dall’inizio del lockdown sono rimaste ferme e con pochissimi ristori – spiega Riccardo Bolelli, portavoce regionale Ncc-bus di CNA Fita Toscana. – Questi privati, che a settembre si resero disponibili a partecipare al progetto di implementazione del TPL, promosso dalla Regione, hanno riacceso assicurazioni e sostenuto spese per sanificare i mezzi e ad oggi non hanno ancora riscosso in pieno il compenso concordato per quel servizio di ˜emergenza’. Non solo, ma adesso che in alcuni Comuni le scuole sono chiuse, molte imprese sono costrette a fermare i loro mezzi, mettendo il personale in cassa integrazione. Il timore è che il copione possa ripetersi, anche in altre città toscane, per questo chiediamo regole d’ingaggio chiare, valide fino alla fine dell’anno scolastico, che garantiscano introiti adeguati per i privati che si rendono disponibili, anche davanti a nuovi cambi nella gestione dell’attività scolastica”.
Le aziende di noleggio bus sono state fondamentali in Toscana per il potenziamento dei servizi scolastici e per garantire un servizio di trasporto pubblico sicuro ed affidabile. È anche grazie alla responsabilità e alla forza di volontà delle aziende che si è potuto anticipare il rientro in presenza degli studenti anche a gennaio, rendendo la Toscana un modello per l’intero Paese. Tuttavia, pur consapevoli delle tempistiche necessarie per svolgere i dovuti controlli di conformità , non è contemplabile in alcun modo che a metà marzo non siano state ancora pienamente regolarizzate le prestazioni di settembre, ottobre e novembre, denunciano le due associazioni di categoria. A rischio non è solo la tenuta di suddette imprese, ma quella dell’intero sistema. Inoltre, ad aggravare un quadro già critico, si è aggiunta la cancellazione di tre linee aggiuntive di TPL nel nord della Toscana, ulteriore dimostrazione della precarietà in cui verte la categoria.
“Ad oggi, ribadisce Valter Fabbri Presidente Regionale della Confartigianato Autobus Operator Toscana – siamo ancora in attesa degli importi ricordati dal collega e peraltro i termini e le tempistiche di pagamento non sono stati con noi concordati. Viviamo in emergenza ed in emergenza abbiamo voluto coscientemente contribuire con il nostro supporto alla ripartenza delle scuole. Ricordiamo che la Regione Toscana è stata lungimirante e la prima a far riaprire le scuole, incrementando l’offerta di servizio di trasporto pubblico, ma oggi le imprese hanno bisogno di certezze e soprattutto di risorse per la prosecuzione dei servizi”.
Le associazioni scriventi chiedono a gran voce che le risorse in disavanzo che scaturiranno da questo nuovo parziale blocco dell’attività scolastica e quindi anche del servizio di trasporto, non vadano disperse nel bilancio generale ma rimangano a disposizione delle imprese che svolgono servizi integrativi quale indennizzo per mancato servizio. Le imprese hanno sostenuto costi per ripartire, che ormai non possono essere interrotti e la Regione dovrà in qualche modo farsene carico, anche perché l’interruzione di parte dei servizi è arrivata 24 ore prima del blocco.
Le aziende che esercitano servizi integrativi, hanno spese di gestione e mantenimento fisse, indipendentemente dall’utilizzo intermittente dei mezzi che viene richiesto. Per poter gestire questa tipologia di servizio, soggetto a continuo stop and go, si ritiene che le eventuali risorse in surplus debbano essere destinate proporzionalmente alle aziende che gestiscono servizi integrativi, contribuendo alla mobilità in sicurezza della popolazione e non hanno nessun altro tipo di contributo. Infine, ma non per ultimo, si chiede nuovamente alla Regione di prendere in considerazione la richiesta di soppressione del bollo auto, che nonostante i lockdown e l’interruzione dei principali servizi è sempre stato corrisposto dalle imprese nonostante gli autobus fossero fermi nei piazzali.
Per la vicepresidente di Confartigianato Imprese Toscana Michela Fucile: “La pandemia ha penalizzato fortemente anche questo settore, per questo chiediamo urgentissime misure di sostegno a queste imprese. La Regione ha la possibilità di sollecitare interventi a livello locale per accelerare i pagamenti. Si tratta di imprese che danno un contributo importante alle nostre comunità e che rispettano le regole di sicurezza, oggi ancora più che nel passato. Auspichiamo che la situazione si regolarizzi quanto prima, tenendo conto anche della sofferenza sociale del periodo e di quanto incide la mancanza di risorse economiche delle piccole aziende; inoltre è necessario un dialogo continuo con le istituzioni per avere ben chiara la situazione reale dei nostri territori” conclude la vicepresidente.
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