
AGIPRESS – FIRENZE – Cresce la preoccupazione in merito agli effetti dei criteri classificazione dei Comuni montani previsti dalla recente Legge nazionale sulla Montagna 131/25. Da quello che trapela dai lavori della commissione ministeriale, i parametri utilizzati per il sistema di classificazione si baserebbero esclusivamente su criteri altimetrici penalizzando pesantemente molti Comuni fino ad oggi considerati montani, in particolare quelli dell’Appennino. Dalla Toscana si alza il grido di allarme proprio in previsione della conclusione del lavoro della commissione, sul quale poi dovrà essere espressa intesa in Conferenza Unificata.
“L’approccio corretto – spiega il Presidente di Anci Toscana Susanna Cenni – sarebbe quello di rivolgersi a tutte le aree montane del nostro paese, dalle Alpi agli Appennini, con la consapevolezza che sono caratterizzate da morfologie territoriali distinte alle quali non è possibile adottare una omogeneizzazione dei parametri, basati solo su altimetria e pendenza. Tali parametri avrebbero bisogno, invece, di un’integrazione con altri criteri che tengano conto della diversa “montanità” e stesse condizioni di svantaggio. Sarebbe grave errore far prevalere una linea puramente restrittiva con la sola conseguenza di una forte riduzione dei Comuni montani a livello nazionale ed un’incidenza particolarmente impattante sulle aree appenniniche”. Da qui l’auspicio da parte di Anci Toscana che Anci nazionale adotti una posizione condivisa con tutte le delegazioni di territoriali per arrivare a una proposta forte nei confronti del Governo scongiurando il configurarsi di montagne di serie A e montagne di serie B.
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