DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

2 Febbraio 2023

Calcio: si parla tanto e si fa poco

Il commento di Massimo Sandrelli.

AGIPRESS – Rocco Benito Commisso ha esternato e, come al solito, i suoi interventi producono rumore. “In Italia si parla tanto e si fa poco¦” e poi giù affibbia patenti di vergogna ai giornali fiorentini. Non sopporta di essere criticato. Gli errori fanno patrimonio nell’inesperienza di un neofita. Negli Usa aveva acquistato i New York Cosmos che ora gravitano in qualche anonima lega minore, quindi era prevedibile che l’impatto con il calcio che conta fosse un trauma. Certo avrebbe voluto il Milan ma la sua offerta non è mai stata presa in seria considerazione. Nella sua filosofia, probabilmente, chi non plaude al suo operato è come fosse il diavolo, che nella mitologia è rappresentato a tinte rosso fuoco, e finisce sul suo personale “libro nero”. Negli Stati Uniti (e lui che è stato naturalizzato americano lo dovrebbe sapere) la libertà di stampa, che include quello di critica, fu inserito dai Padri fondatori tra i massimi principi di quella democrazia e perfino a Richard Nixon toccò di chinare il capo dalla vergogna. Figuriamoci poi in Italia, parlando di calcio¦Ma è più forte di lui. E anche quando illustra concetti assolutamente condivisibili tipo il calcio è malato, le sue sparate a zero rischiano di fargli perdere credibilità . Lui si definisce un uomo del fare e puntualmente fa bella mostra dell’ormai famosissimo Viola Park. Sullo stadio inveisce contro chi gli impedisce, a suo dire, di fare. Del resto, uno come lui, del fast fast, del subito e bene, l’idea che il nostro Paese abbia delle regole (magari obsolete) e si pretenda che anche lui le debba rispettare, lo manda via di testa. Sulla squadra dice poco o nulla. Sul fatto che la Fiorentina fino dall’inizio della sua gestione (cinque allenatori in quattro anni) abbia venduto bene ma non altrettanto bene abbia comprato forse lo mette in imbarazzo. “Non sono io che fo il mercato. Ho voluto solo Amrabat..”. È, insomma, come se avesse bisogno di avere sempre un nemico con cui prendersela. E alla fine suggella il motivo del suo rancore per essere stato apostrofato come mafioso. Se lo hanno fatto, chiunque sia stato, ha sbagliato. Non si può etichettare nessuno con un’accusa tanto infamante, ne’ il fatto che ci sia una cosca internazionale che porti il suo cognome e che sia originaria di Siderno (dieci chilometri dalla sua Gioiosa Ionica), può consentire a chicchessia di spargere fango. Ma anche la legge italiana prevede la possibilità per colui che si senta “diffamato” di portare in tribunale i responsabili e sono previste condanne pesanti. Quando, però, lui dice che “¦i mafiosi veri sono coloro che imbrogliano¦” ecco qui ci consenta una puntualizzazione. La mafia ha storicamente il progetto di costituire uno Stato nello Stato, di perseguire profitti leciti e illeciti, di ignorare ogni legge, di fare giustizia a modo suo, come abbiamo disperatamente visto negli anni. L’imbroglio mi pare il meno grave dei loro reati. Credo che Rocco Benito Commisso non abbia bisogno di fare rumore. Il suo passo successivo dovrebbe essere quello, una volta che abbia ben chiaro il contesto dove ha scelto di essere, di fare e fare bene sia per il calcio che per la Fiorentina. AGIPRESS

di Massimo Sandrelli

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