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INTERVISTA – Emergenza carceri, una proposta di legge del consiglio regionale

Enzo Brogi Enzo Brogi

L’hanno avanzata i consiglieri Brogi e Ruggeri. “Pochi i poteri della Regione”. Sovraffollamento, pessime condizioni sanitarie, troppi detenuti in attesa di giudizio. Gli effetti “perversi” della Bossi-Fini e della Fini-Giovanardi

        

AGIPRESS - Il tema delle carceri continua ad essere un tema bollente anche in Toscana. Enzo Brogi e Marco Ruggeri, consiglieri regionali del Pd, hanno avanzato una proposta alla Giunta, approvata dal Consiglio, proprio sul problema carcerario nella nostra Regione. In sostanza, i punti da affrontare sono essenzialmente due, almeno per le competenze regionali: l’emergenza sanitaria e l’edilizia. Di questo abbiamo parlato con il consigliere Enzo Brogi: “Nelle nostre carceri ci sono 140% di detenuti in più rispetto a quelli consentiti dagli spazi a disposizione, il 50% sono in attesa di giudizio, il 40% legati alla legge Fini-Giovanardi, il 40% immigrati”. Brogi, che a livello regionale si è preso personalmente a cuore la questione legata al disagio carcerario e alle condizioni dei detenuti, spiega che purtroppo le azioni più importati da mettere in atto non sono di competenza della Regione: la modifica di leggi “folli” o addirittura “perverse”, come Brogi definisce la Fini-Giovanardi (sulle droghe leggere), la Fini-Bossi (sull’immigrazione) e la Civielli. Brogi insiste su questo punto: “Una battaglia importante che dovremo fare è proprio quella sulla depenalizzazione delle droghe leggere se vogliamo risolvere in modo serio il problema del sovraffollamento. Su questo abbiamo fatto appello al Governo”. Questo è il primo punto essenziale. L’altro tema è quello della pessime condizioni della sanità carceraria. “Su questo, invece, si può fare molto – spiega Brogi -. Adesso, infatti, i vari istituti di pena sono, per così dire, collocati all’interno delle varie aziende Usl. Questo significa in termini pratici che le Usl tagliano proprio nelle carceri. Da quando la sanità dei vari istituti non è più pertinenza dello Stato, la situazione è peggiorata notevolmente. L’obiettivo, dunque, è quello di creare un dipartimento della sanità carceraria. Questo consentirebbe di avere più fondi e di spenderli meglio, migliorando la situazione dei detenuti”.

Altro punto focale toccato da Brogi “a costo di essere impopolare” dice lui, è quello del lavoro: “Dobbiamo cercare di fare lavorare i detenuti. Qualcuno mi potrà dire che manca anche fuori dalle carceri il lavoro; io rispondo che lavorando queste persone si possono auto sostenere e soprattutto riabilitare in maniera dignitosa. Ritengo, infatti, che ogni detenuto che siamo in grado di riabilitare è una sicurezza maggiore per tutti”. Enzo Brogi, che visita continuamente gli istituti carcerari della Toscana riportando impressioni e dati sempre più allarmanti, punta anche il dito sul fenomeno dei suicidi che, a livello nazionale, sono saliti a 5 ogni mese. “Celerità e certezza della pena, certo – insiste Brogi – ma il tutto deve essere accompagnato da un trattamento adeguato, che consenta anche un percorso di rieducazione per i detenuti, in strutture vivibili non certo come quelle attuali in cui in pochi metri convivono troppe persone, che spesso neppure parlano la stessa lingua. La Toscana nel solco della sua tradizione di civiltà e le istituzioni tutte devono continuare a porre il tema del sovraffollamento degli istituti penitenziari tra le sue priorità e individuare soluzioni per far fronte a quest’emergenza, sollecitando l'utilizzo di misure alternative al carcere quando necessario”.

Ecco alcuni dati che sostengono la proposta di Brogi: l’80% dei nostri detenuti sono tossicodipendenti, 50% stranieri, 72,1% affetti da patologie anche gravi. Meditiamo, dunque, sull’articolo 27 della nostra Costituzione e traiamo le dovute considerazioni.

Ultima modifica ilGiovedì, 06 Giugno 2013 12:22
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