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Mister Italiano, dalla serie D alla finale di Coppa Italia

Da sinistra: il direttore sportivo dell'Arzignano Mattia Serafini e mister Vincenzo Italiano Da sinistra: il direttore sportivo dell'Arzignano Mattia Serafini e mister Vincenzo Italiano

AGIPRESS - “Presidente, buongiorno. Si fidi, è quello giusto”. Una telefonata che si chiude con una frase, che poi diventa futuro. Il cellulare che chiama è quello di Mattia Serafini, giovane direttore sportivo dell’Arzignano. Quello che risponde è di Lino Chilese, presidente del club della provincia di Vicenza. “Lui è l’allenatore che fa al caso nostro”. Ripeteva Serafini al numero uno della società, che allora militava in serie D. Il tecnico è stato individuato da un lavoro di squadra, dalla scelta condivisa tra presidente e Ds.

Era l’estate del 2017 e l’allenatore “ricercato” era Vincenzo Italiano. “Dissi al presidente, che il tecnico veniva dalla retrocessione con la Vigontina- racconta Mattia Serafini- ed era l’allenatore che serviva a noi. Ci avrebbe portato idee, pragmatismo, calcio propositivo e innovativo e tanta passione. Lo seguivo da tempo e avevo visto come lavorava”. “Il presidente si fidò di me - continua- e mi invitò a chiamarlo. Mi trovai a fare la chiamata più importante della mia giovane carriera. Arrivò da noi. All’inizio sugli spalti c’erano 200 persone, a fine stagione oltre 1.500. Arrivò terzo in regular season. Con lui in panchina vincemmo i play off di Serie D. Lasciò un ottimo ricordo, a livello umano e sportivo quando le nostre strade si divisero con la chiamata del mister al Trapani. Anche i magazzinieri piansero”.

“Ricordo le nostre chiacchierate sul calcio a tavola -continua il ds dell’Arzignano- usava i grissini, i piatti e i bicchieri per spiegare il suo calcio, la sua tattica. E’ un uomo preparato che non si stanca di studiare il pallone. Ambizioso, sicuro di sé, e umile”. “Vincenzo Italiano ha già nel suo palmares dei risultati importanti con Arzignano, Trapani, Spezia e Fiorentina- spiega Serafini- e sono convinto che ancora possono arrivare traguardi e soddisfazioni nella sua carriera”. Il telefono del ds squilla. Prima di rispondere, ci dice: “L’umiltà è ancora una qualità ricercata, anche nel nostro mondo, ed è la strada che ti porta a crescere.  Vincenzo ne ha da vendere”. AGIPRESS

di Gaia Simonetti

Ultima modifica ilGiovedì, 11 Maggio 2023 13:09
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