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Sale in cattedra il benessere mentale

Sale in cattedra il benessere mentale Sale in cattedra il benessere mentale

Un'indagine rileva che oggi 9 italiani su 10 sono aperti alla psicoterapia.

AGIPRESS - Per troppo tempo considerato un tabù o un argomento di cui parlare soltanto con persone veramente fidate, finalmente nel 2022 il tema della salute mentale è arrivato anche sui banchi delle più alte istituzioni. E complici le nuove generazioni sempre più attente al tema e una buona dose di consapevolezza di tanti, andare dallo psicologo sta diventando un argomento su cui si può e si deve parlare. Nonostante per tanto tempo il benessere mentale ha assunto un ruolo secondario al benessere fisico, oggi ben 9 su 10 gli italiani sono propensi a ricorrere alla psicoterapia in caso di necessità. Secondo l’indagine condotta da YouGov per Unobravo, il servizio di psicologia online e Società Benefit, per approfondire gli atteggiamenti dei consumatori riguardo la terapia psicologica, l’89% degli intervistati ha affermato di essere aperto ad andare da uno psicologo o psicoterapeuta e, tra questi, 4 persone su 10 hanno dichiarato di star seguendo un percorso di terapia o di averlo già concluso.

LE PROBLEMATICHE - Nello specifico, emerge come la maggioranza (39%) sceglie di contattare un professionista della salute mentale per risolvere sintomi specifici, come quelli connessi al tono dell’umore, all’alimentazione o ai disturbi d’ansia, ma anche per risolvere problemi che possono incidere sulla vita quotidiana, tra cui vita di coppia, lavoro, relazioni personali (32%). Per il 23% di intervistati affidarsi a un terapeuta è stato un valido aiuto per elaborare un trauma o un lutto, mentre un’altra motivazione è anche la volontà di conoscere meglio se stessi (24%). Per quanto riguarda il tipo di sedute svolte, la terapia individuale è sicuramente quella più intrapresa; solo 1 persona su 10 ha invece seguito percorsi di coppia o terapie di gruppo, mentre alcuni hanno provato anche tipologie diverse nel corso della vita.

LA TERAPIA - Sebbene la terapia online esista da decenni, soprattutto negli USA, fino all’avvento dell’emergenza pandemica erano davvero pochi in Italia i terapeuti che incontravano i pazienti in modalità digitale oltre che in studio. Oggi invece, svolgere sedute di terapia psicologica attraverso lo schermo è diventato parte della  “nuova normalità” sia per i professionisti, sia per gli utenti. Ne è un esempio il caso di Unobravo a cui, in soli tre anni, si sono rivolti oltre 80.000 pazienti e ha creato un Team Clinico con più di 2.500 professionisti. Stando ai dati ricavati dall’indagine commissionata dal servizio di psicologia online, infatti, ben il 59% di chi attualmente è in terapia ha effettuato almeno alcune sedute online: un  numero molto più alto rispetto a chi aveva fatto terapia in passato, di cui solo il 16% aveva fatto almeno qualche seduta online. Rispetto ai due tipi di incontri, se in presenza o attraverso lo schermo, inoltre, la maggior parte degli intervistati si è dichiarata aperta alla terapia online e il 32% ritiene quest’ultima equivalente o migliore della tradizionale. Guardando all’età anagrafica, a pensare che, se ben eseguita, le sedute da remoto sono equiparabili a quelle effettuate in studio sono soprattutto i più giovani (45%), nella fascia d’età tra 24 e 34 anni: una percentuale significativa rispetto alle persone over 55 (24%) che non seguirebbe una terapia in modalità digitale. “La modalità digitale ha favorito tantissimi pazienti nello svolgimento di un percorso di psicoterapia: si pensi a quanti sono costretti a rinunciarvi a causa delle più disparate motivazioni, magari perché residenti in piccoli centri abitati oppure per via dei ritmi frenetici quotidiani - commenta la dott.ssa Valeria Fiorenza Perris, psicoterapeuta e Direttore Clinico di Unobravo -. Offrire un servizio flessibile che tenga conto delle esigenze di ogni persona e che sia anche accessibile dal punto di vista economico, è funzionale affinché una platea sempre più ampia di pazienti possa lavorare sul proprio benessere psicologico”. Ben il 51% degli intervistati che considera la terapia online almeno equivalente a quella in presenza ritiene, infatti, che effettuando la terapia da remoto sia molto più semplice poter inserire le sedute nella propria agenda, sempre più ricca di appuntamenti e impegni. Un vantaggio non da poco considerando il grande risparmio in termini di tempo e di denaro che ne deriva e che è stato evidenziato dal 40% dello stesso campione. Non solo: dalle risposte dell’indagine è emerso anche quanto l’online favorisca le persone che presentano difficoltà relazionali o patologie per cui fanno fatica a uscire di casa (43%), permettendo loro inoltre di sentirsi più a proprio agio nell’intraprendere un percorso, trovandosi in un luogo familiare come può essere la propria stanza (42%). AGIPRESS

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