Infertilità, più informazione per le coppie
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Successo per la seconda edizione dell'evento nazionale.
AGIPRESS - ROMA - Le coppie vogliono maggiore informazione, un confronto ravvicinato con gli specialisti e più orientamento verso le migliori soluzioni che la scienza propone in caso di infertilità. È una conferma quella che emerge dall’evento nazionale “Baby Fertilità” che si è svolto a Roma, dopo la prima edizione dello scorso anno a Firenze: le coppie che per più motivi non possono avere un bambino, hanno voglia di partecipare, confrontarsi e informarsi anche al di fuori del contesto formale di una consulenza specialistica. E quindi conoscere tutte le opportunità che la scienza e la medicina offrono, compresi gli aspetti legati agli stili di vita, gli aspetti psicologici e medico-legali.
“Un'iniziativa speciale, innovativa perché ha consentito alle coppie di parlare direttamente e liberamente con numerosi medici e cliniche nella stessa giornata” spiega Cristina Maniezzo, titolare di ‘InSalute Comunica’, l'agenzia organizzatrice dell'evento. “Siamo molto soddisfatti della riuscita di questa seconda edizione, vogliamo continuare su questa strada promuovendo una corretta informazione. Anche perché – ha concluso – è noto quanto le problematiche legate alla fertilità incidano in modo significativo a livello sociale, relazionale e psicologico, basti pensare che fino a pochi anni fa le coppie, in particolar modo le donne, si vergognavano dell’infertilità, perché il problema veniva vissuto come un fallimento personale”.
DATI - L'infertilità riguarda dal 15% al 20% delle coppie di tutte le età: una coppia che dopo un anno di rapporti non riesce ad avere un bambino è in genere considerata infertile. La Procreazione medicalmente assistita (Pma) nasce per aiutare queste persone a superare questi problemi.
PMA - La Pma è l’insieme delle pratiche utilizzate per aiutare tutte le coppie: nei casi in cui il concepimento spontaneo è impossibile o estremamente remoto, oppure nei casi in cui altri interventi farmacologici e chirurgici siano inadeguati. Si avvale di numerose tecniche, che sono rappresentate da altrettante opzioni terapeutiche suddivise in I, II e III livello, in base alla complessità e al grado di invasività che le caratterizzano. I dati più recenti indicano che in Italia ci sono oltre 300 centri attivi e cliniche che si occupano di mettere in pratica queste procedure: per lo più sono distribuiti nel Nord del Paese. Le tecniche riguardano non solo chi non riesce ad avere figli, ma anche coloro che vogliono prevenire problemi o programmare gravidanze per il futuro. I report del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità sono incoraggianti riguardo alla diffusione e alla riuscita di questo percorso. Certificano infatti che negli ultimi anni, con un andamento contro-tendenziale rispetto al trend della natalità (che cala circa del 4% l’anno nell’ultimo decennio in Italia), le nascite frutto dei percorsi PMA sono in aumento, andando ad arginare parzialmente la denatalità. L’evento è stato realizzato in collaborazione della Fondazione Pma Italia, punto di riferimento medico nazionale sul tema. AGIPRESS
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