CENTRI ESTETICI - "Ancora una volta penalizzati dalle restrizioni del DPCM" il commento di Marco Postiglione
- Scritto da Davide Lacangellera
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Secondo il fondatore di "Marco Post" si tratta di una discriminazione, i centri garantiscono altissimi standard di sicurezza alla clientela.
(AGIPRESS) - “Assurdo e del tutto immotivato”. È questo il commento a caldo di Marco Postiglione, fondatore e presidente di Marco Post, la prima rete in Europa di centri estetici specializzati in antiage senza bisturi con oltre 80 punti vendita attivi sul territorio nazionale, in merito alle chiusure settoriali disposte dal Governo sino ad ora. Una situazione confermata anche dal nuovo Dpcm in vigore dal 16 gennaio che prevede lo stop dei centri estetici nelle zone rosse, unica categoria del comparto estetico a subire la chiusura. “Siamo sempre più indignati da questa ennesima discriminazione ai nostri danni: – spiega il fondatore di Marco Post – durante il fermo natalizio, storicamente tra i periodi più, siamo stati chiusi contrariamente a barbieri, parrucchieri e altre realtà che si sono attrezzate per fornire trattamenti alla persona. Ora si sta ripetendo quanto avvenuto con l’introduzione delle zone rosse, che hanno dato vita al dilagare dell’abusivismo e penalizzato soltanto noi senza motivazioni oggettive. Perché?”. La protesta incarnata da Marco Postiglione è condivisa anche da associazioni come la Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), la quale sottolinea come tenere aperti i centri estetici sia la scelta più sicura. “I centri estetici – conferma Postiglione – garantiscono per loro natura altissimi standard di sicurezza alla clientela. Lo svolgimento del lavoro non presuppone né la compresenza di più persone né assembramenti; inoltre tutte le attività sono periodicamente sanificate secondo i protocolli di sicurezza e rispettano tutte le linee guida anti-Covid”. L’annuncio del contenuto del nuovo Dpcm, che lascia però aperti parrucchieri e barbieri, preoccupa e non poco soprattutto sotto il profilo economico. Quello dei centri estetici è infatti uno dei settori storicamente più vitali in assoluto, con una fortissima presenza femminile che coinvolge in tutta Italia circa 35mila attività e un giro d’affari che supera i 6 miliardi di euro. Come sottolinea Postiglione, “l’ennesima chiusura ingiustificata rischia di generare perdite gravissime per l’intero comparto, il tutto senza una vera motivazione alla base”. “Chiediamo al Governo di inserire i centri estetici nella lista delle attività consentite in zona rossa, assimilandoci così a tutti gli altri servizi alla persona che invece, contrariamente a noi, possono restare aperti”, conclude il presidente di Marco Post. AGIPRESS
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