Eliminare i piccoli Comuni, PD presenta proposta di legge per obbligare a fondersi sotto 5.000 abitanti
- Scritto da Davide Lacangellera
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A firma di 20 parlamentari. Reazioni di contrarietà dalla Toscana: "No a scelte legislative autoritarie"
AGIPRESS - ROMA - Una proposta di legge presentata alla commissione affari istituzionali della Camera da 20 parlamentari del PD stabilisce che "il limite minimo di abitanti perché possa esistere un comune è fissato nella soglia di 5.000 abitanti. Essa modifica pertanto il testo unico di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000, introducendo un nuovo comma nell'articolo 13. Trascorsi poi ventiquattro mesi dalla data di entrata in vigore della legge, le Regioni provvederanno con legge alla fusione obbligatoria di tutti i comuni la cui popolazione sia inferiore a 5.000 abitanti e che non abbiano già avviato di propria iniziativa procedimenti di fusione. Quindi i comuni avranno due anni di tempo per procedere autonomamente, dal basso, e secondo criteri di omogeneità, maggiormente rispettosi delle caratteristiche fisiche dei territori o delle tradizioni loro proprie, a predisporre fusioni al fine di costituire comuni che abbiano almeno 5.000 abitanti. Qualora non lo facciano autonomamente nei primi due anni, in base all'articolo 2 della proposta di legge, saranno le regioni, con propria legge, a provvedere. In tal caso però i comuni perderanno il diritto a tutti i benefici previsti dalla legge per incentivare le fusioni di comuni". E' questo in sintesi il senso della proposta di legge n. 3420 (SCARICA SOTTO) presentata a metà novembre e che sta suscitando forti reazioni contrarie negli amministratori dei piccoli Comuni d'Italia.
LE REAZIONI DALLA TOSCANA - "Nel respingere con fermezza tale opinabile iniziativa, sbagliata sia nel metodo che nel merito, vi invito ad attivarvi in ogni forma luogo e modo ad impedire il realizzarsi di tale ulteriore scempio istituzionale. Sì, scempio, proprio di questo si tratta in quanto lede con i principi costituzionali l'idea stessa di uno Stato che si articola in Istituzioni vicine ai cittadini e responsabili dei loro bisogni". Così si legge in una lettera che l'associazione dei comuni montani della Toscana (Uncem) ha inviato a tutti i Comuni piccoli montani e rurali della regione per esprimere la netta contrarietà alla pdl. "In Toscana - continua la lettera - in maniera particolare i comuni e la stessa Regione si adoperano per difendere i presidi postali e gli altri servizi di prossimità, mentre a livello nazionale si vogliono annullare i piccoli comuni. Davvero incredibile che poi tale proposta sia del partito che più altri nella sua storia ha tutelato il valore delle autonomie locali. La fusione non può che nascere e compiersi dal comune senso di comunità ed appartenenza di diverse e singole comunità ed in tale senso va favorita ed incentivata facendo emergere le volontà dei singoli cittadini, e non certo da scelte legislative autoritarie fuori dal tempo e dalla ragione".
I FIRMATARI - LODOLINI, FANUCCI, ZOGGIA, ASCANI, PAOLA BOLDRINI, BRUNO BOSSIO, FEDI, FRAGOMELI, GANDOLFI, GIUSEPPE GUERINI, LATTUCA, NACCARATO, PATRIARCA, PELILLO, PETRINI, SALVATORE PICCOLO, PORTA, SBROLLINI, VALERIA VALENTE, ZAN
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