VULCANI - L'Etna aumenta la sua attività esplosiva
- Scritto da Davide Lacangellera
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A monitorare la situazione l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV.
(AGIPRESS) - Nuovo evento al Cratere di Sud-Est dell’Etna. Il vulcano si è “risvegliato” nelle ore serali del 9 marzo, dopo un silenzio di circa due giorni. Deboli esplosioni di tipo stromboliano e, successivamente, un trabocco lavico verso la Valle del Bove, hanno costituito il preludio del nuovo episodio eruttivo parossistico. Come negli episodi parossistici precedenti, anche questa volta l’attività registrata ha avuto un andamento noto: prima un graduale, esitante incremento dell’ampiezza del tremore vulcanico, successivamente l’aumento dell’attività esplosiva. Solo dopo la mezzanotte del 10 marzo è iniziata, invece, l’attività di fontane di lava e una intensa emissione di materiale piroclastico. La colonna eruttiva formatasi dopo ha raggiunto un’altezza di 7.5 km sopra il livello del mare ed è stata spinta dal vento verso est-nordest. Di conseguenza, le ricadute di cenere e lapilli hanno interessato un settore compreso fra gli abitati di Puntalazzo (Mascali) e Sant'Alfio. Durante la fase di massima intensità le fontane di lava hanno raggiunto altezze di molte centinaia di metri, mentre il flusso lavico diretto verso la Valle del Bove ha raggiunto una quota di circa 1800 m. Un secondo trabocco lavico, più debole, è avvenuto dalla “Bocca della Sella” verso sud-ovest. Tuttavia, la diffusa nuvolosità ha enormemente limitato la visibilità e ha precluso osservazioni precise, anche sulla esatta localizzazione. L’attività di fontane di lava è durata fino alle ore 4:30 della notte del 10 marzo ed è stata seguita da una rapida diminuzione dell’ampiezza del tremore vulcanico e dell’attività eruttiva. All’alba erano in corso ancora alcune sporadiche emissioni di cenere, terminate verso le ore 7:00. Fino ad ora, l’attività eruttiva è continua solo all’interno degli altri crateri sommitali. Si tratta dell’undicesimo episodio parossistico in poco più di tre settimane al Cratere di Sud-Est dell’Etna, che dalla sua nascita negli anni settanta del secolo scorso è sempre stato il più attivo dei quattro crateri sommitali del vulcano. L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - INGV monitora costantemente lo sviluppo dell’attività dell’Etna. Come per gli eventi passati, sono in corso di realizzazione da parte del personale dell’INGV-OE rilievi di terreno per il campionamento dei prodotti di ricaduta e le successive analisi di laboratorio. AGIPRESS
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